Piccoli segreti da scoprire a Radicofani
Sul confine meridionale della Val d’Orcia veglia una delle più imponenti fortezze della Toscana, che ha controllato per secoli il confine tra il Granducato di Toscana e lo Stato Pontificio: Radicofani. Oggi il paese di Radicofani offre a chi lo visita soprattutto un panorama incredibile su un bello spicchio di Toscana: da lì lo sguardo può toccare la Val d’Orcia, l’Amiata, l’Appennino e i laghi Trasimeno e di Bolsena. Ma ci sono piccoli segreti da scoprire a Radicofani che potrebbero sfuggire ad un osservatore poco attento.
Bosco Isabella
Il Bosco Isabella è un giardino romantico–esoterico che costeggia una strada a sud del borgo. Facilmente raggiungibile dal centro si estende per circa 2,5 ettari. La costruzione del Giardino si deve a Odoardo Luchini, a sua moglie Isabella Andreucci da cui il giardino prende il nome ed alla loro unica figlia Matilde Luchini, pittrice dei Macchiaioli. Odoardo aveva una vera e propria passione per i giardini all’inglese che approfondì nei suoi numerosi viaggi nei paesi anglosassoni. Sono stati realizzati sentieri, fatti muretti a secco e ponticelli, creati piani, messi in evidenza massi basaltici, dislivelli del terreno e polle d’acqua esistenti.
Alcune cose che sembrano naturali in realtà sono studiate come la disposizione di alcune essenze o alberi a gruppi di tre, numero simbolico, la giara interrata prima del piazzale che ricorda il catino del tempio di Salomone usato per le abluzioni, o i due grandi massi disposti all’inizio del sentiero che porta alla piramide, che rappresentano le due colonne del tempio salomonico Boaz e Jachin, la siepe di Bosso a forma di cerchio che rappresenta l’occhio che sovrintende, la piramide a base triangolare, simbolo principe della massoneria.
Il Bosco Isabella è stato dichiarato di interesse pubblico da una legge nel 1922, classificato tra le bellezze naturali con un’altra legge del 1939. Comune di Radicofani lo ha acquistato nel 1983, oggi è catalogato dalla Soprintendenza come Giardino Monumentale.
Posta Medicea
La Posta Medicea è una tappa obbligata se si vogliono conoscere le bellezze del piccolo borgo di Radicofani. Lungo l’antica Via Francigena si erge questa grande costruzione cinquecentesca, a testimonianza del passato storico e artistico del borgo e dell’intera zona.
I lavori di costruzione iniziarono nel 1584 per volere del Granduca Ferdinando I dei Medici, che richiese come architetto il celebre Bernardo Buontalenti, .
La costruzione è facilmente raggiungibile a piedi se si arriva dal centro storico e si compone di varie parti suddivise in quattro piani, tra cui cantine, saloni, stalle e spazi per il riposo. Qui, viaggiatori di ogni epoca hanno avuto la possibilità di sostare e trovare ristoro per poi riprendere il lungo cammino che conduceva da Firenze a Roma. Vi soggiornarono personaggi illustri tra cui Pio VI e Pio VII, Giuseppe II d’Austria, ma ancora Giacomo Casanova, Dickens, Stendhal e Mozart.
L’esterno della costruzione ha un aspetto e uno stile molto semplici e alquanto austeri. La facciata è infatti formata da un loggiato a due piani ognuno dei quali presenta sei arcate. Sul loggiato si affaccia uno dei grandi saloni presenti al primo piano.
Di fronte alla costruzione è presente un altro edificio, utilizzato in passato come sede della dogana senese.
Rocca di Radicofani
La possente Fortezza o Rocca di Radicofani svetta da più di mille anni sopra il borgo. Costruita sulla cima di un’imponente rupe basaltica di 896 metri, fu nominata per la prima volta nel 973 e da allora domina tutto il territorio compreso fra il Monte Cetona, la Val d’Orcia e il Monte Amiata. I Carolingi la eressero nel IX secolo ma nel tempo varie potenze hanno conteso l’edificio come proprio baluardo. Passò in mano allo Stato Pontificio nel 1153, che ne sfruttò le potenzialità dall’essere una realtà fortificata proprio a ridosso della Via Francigena. Sul finire del Quattrocento fu Siena a poter utilizzare questa roccaforte per difendere la propria Repubblica. Circa un secolo dopo, Cosimo I de’ Medici promosse un’azione di ammodernamento della fortezza affidando l’incarico all’architetto Baldassarre Lanci.
Tra i piccoli segreti da scoprire a Radicofani vi è la leggenda che lega il castello a un personaggio: Ghino di Tacco. Nel 1297 il celebre “bandito gentiluomo” si impadronisce del castello e ne fece la base per le sue scorribande. Gli agguati di questo Robin Hood nostrano sono narrati anche da Dante ne “La Divina Commedia” e da Boccaccio nel “Decamerone”. Il castello oggi ospita il Museo del Cassero dove sono custoditi reperti archeologici a partire dall’Età etrusca fino al Cinquecento. Si possono visitare i passaggi sotterranei, le postazioni di tiro, i bastioni e i camminamenti sulle mura.